Questo metodo è impiegato per rilevare difetti superficiali e
sub-superficiali soltanto in particolari di materiali ferromagnetici.
Esso è basato sulla generazione di un campo magnetico disperso in
corrispondenza del difetto, capace di attirare e trattenere delle particelle
magnetiche molto fini e per questo occorre che nel pezzo la magnetizzazione
abbia direzione circa trasversale alla traccia del difetto.
- Particelle a
secco (polvere secca;meno sensibile; migliore su superfici molto
rugose)
- particelle ad umido ( polvere
sospesa in un veicolo liquido;maggiore sensibilità);
Particelle visibili in luce bianca (minor sensibilità) o Fluorescenti
in luce nera ( Ultravioletti).
Per produrre il campo magnetico occorre magnetizzare il particolare secondo direzione più appropriata ottenibile tramite:
- CORRENTE ALTERNATA:
Poca profondità di penetrazione del campo magnetico; alta sensibilità
superficiale e quindi adatta per rilevare solo discontinuità superficiali
- CORRENTE CONTINUA O TRIFASE RADDRIZZATA AD
ONDA PIENA:
Maggior profondità di penetrazione del campo magnetico; maggior sensibilità
sub-superficiale e quindi adatta per rilevare discontinuità superficiali e
sub-superficiali
Casi tipici di applicazione sono i getti in ghisa ed in acciaio, i fucinati, gli estrusi, gli stampati. Difetti caratteristici rilevabili col metodo magnetoscopico sono: giunti freddi, cavità subsuperficiali, ripiegature di stampaggio, cricche di trattamento termico, di fatica, di tensione ecc.
Inoltre questo metodo è molto sensibile e può rilevare difetti anche su
particolari pallinati, sabbiati, e ricoperti di strati protettivi sottili,
seppur con leggera perdita di sensibilità.
Il metodo magnetoscopico con particelle magnetiche è generalmente più
rapido di quello con l'liquidi penetranti ed è quindi preferito ogni qualvolta
sia possibile applicarlo.
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