venerdì 20 febbraio 2015

Magnetoscopia con particelle magnetiche

Questo metodo è impiegato per rilevare difetti superficiali e sub-superficiali soltanto in particolari di materiali ferromagnetici.
Esso è basato sulla generazione di un campo magnetico disperso in corrispondenza del difetto, capace di attirare e trattenere delle particelle magnetiche molto fini e per questo occorre che nel pezzo la magnetizzazione abbia direzione circa trasversale alla traccia del difetto.
Le polveri magnetiche possono essere prodotte in vari modi:


  • Particelle a secco (polvere secca;meno sensibile; migliore su superfici molto rugose)
  • particelle ad umido ( polvere sospesa in un veicolo liquido;maggiore sensibilità);
Particelle visibili in luce bianca (minor sensibilità) o  Fluorescenti in luce nera ( Ultravioletti).

Per produrre il campo magnetico occorre magnetizzare il particolare secondo direzione più appropriata ottenibile tramite:

  • CORRENTE ALTERNATA:  
Poca profondità di penetrazione del campo magnetico; alta sensibilità superficiale e quindi adatta per rilevare solo discontinuità superficiali
  • CORRENTE CONTINUA O TRIFASE RADDRIZZATA AD ONDA PIENA: 
Maggior profondità di penetrazione del campo magnetico; maggior sensibilità sub-superficiale e quindi adatta per rilevare discontinuità superficiali e sub-superficiali 

Casi tipici di applicazione sono i getti in ghisa ed in acciaio, i fucinati, gli estrusi, gli stampati. Difetti caratteristici rilevabili col metodo magnetoscopico sono: giunti freddi, cavità subsuperficiali, ripiegature di stampaggio, cricche di trattamento termico, di fatica, di tensione ecc. 
Inoltre questo metodo è molto sensibile e può rilevare difetti anche su particolari pallinati, sabbiati, e ricoperti di strati protettivi sottili, seppur con leggera perdita di sensibilità.

Il metodo magnetoscopico con particelle magnetiche è generalmente più rapido di quello con l'liquidi penetranti ed è quindi preferito ogni qualvolta sia possibile applicarlo.




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